(di Antonello Sacchi) 2021. Vi passo qualche veloce appunto. Cosa chiedere a questo anno? Che tutto passi velocemente, ma anche che non passi invano. La grande sofferenza che stiamo vivendo e che non è ancora finita facciamo si che non sia stata vana. Ripenso ai racconti dei miei nonni e di mio padre sui tempi di guerra. Quei racconti che tornavano sempre uguali e da cui volevo scappare ma che ora, che non posso più sentirli, vorrei riascoltare ogni sera. Anche allora una terribile sofferenza, un nemico da combattere, la mancanza di un orizzonte.
Terminata la guerra? Non solo voglia di festeggiare, ma anche il desiderio di aiutare e essere aiutati, rispettare e essere rispettati. Spero che la sofferenza che stiamo vivendo purifichi la nostra società e radichi di nuovo il senso del rispetto. Cosa significa oggi rispetto? Provo a darne qualche possibile definizione. Rispettare non significa parlare sempre e comunque ma saper anche stare zitti, ascoltare e poi eventualmente parlare rispettando le competenze. Rispettare significa non venir meno alle proprie idee o non citare le persone perché qualcuno potrebbe turbarsi, ma capire che da qualsiasi persona dotata di intelletto, purché sia con cuore sincero, disinteressato e umile, può venire una parola di verità o un suggerimento. Rispettare significa non vivere nel passato, Lucrezio direbbe laudator temporis acti, ma capire che le idee vanno attualizzate e declinate nell’oggi del tempo che viviamo e capire che a volte è necessario passare la mano. Rispettare tutti significa non vanificare i sacrifici fatti per uscire ma da questa pandemia ma anche non esasperare le persone già provate. Rispettare significa anche voler bene, in primo luogo il bene comune attraverso cui progredire come società e come paese.
Buon 2021, in attesa di tempi migliori che sicuramente verranno.