Il presidente nazionale di ANLA Edoardo Patriarca rivolge al presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi la seguente lettera aperta.
Ogni volta che muta la compagine governativa, si ripropongono al Presidente del Consiglio incaricato i desiderata, nella speranza che ogni suggerimento possa contribuire allo sviluppo del nostro Paese. Come ANLA non ci esimiamo da questo rito, tuttavia non vogliamo rivendicare nulla ma portare alla sua attenzione alcuni temi concreti che riguardano la nostra esperienza e la vita concreta di tutti i giorni. Siamo persone che provengono da un lungo impegno professionale in azienda, e come tali sentiamo la professione che abbiamo svolto come un valore, e la testimonianza di una vita dedita a costruire il futuro delle generazioni che verranno. Questo straordinario patrimonio esperienziale crogiolo di saggezze, competenze e saperi non scritti, non vada disperso come da troppo tempo accade nel nostro Paese. Le chiediamo un impegno per ricostruire una presenza delle generazioni anziane significativa e positiva, un progetto di cittadinanza attiva a loro misura per contribuire al bene comune e a servizio delle giovani generazioni. Con una puntualizzazione Presidente: noi rifuggiamo dalla trita e ritrita immagine dell’anziano-problema da assistere, quasi da sopportare, di una persona che dopo il aver lasciato la propria attività lavorativa non ha più nulla da dire e fare.
Siamo volontari di un’Associazione che è Associazione di Promozione Sociale e come tale un ente del Terzo Settore. È stata avviata negli anni scorsi un’importante riforma che ci dota finalmente di strumenti agili per consentire ai volontari di operare al meglio per il bene delle comunità. La pratica virtuosa del principio di sussidiarietà, accompagnata dal “dovere di solidarietà”, può liberare energie e risorse nascoste ma imponenti più di quanto si creda.
Signor Presidente, ci sentiamo parte di una riforma incompiuta: aiuti il Terzo Settore e tutte le Associazioni che ne fanno parte a tornare nel pieno delle proprie attività. Anch’esse sono state colpite dalla crisi provocata dalla pandemia: difficoltà a reperire risorse, posti di lavoro persi, attività ridotte al minimo, possibilità di autofinanziamento ridotte al lumicino. In un piano nazionale di rinascita il Terzo Settore non può essere ignorato o lasciato ai margini: le nostre città sono sopravvissute per l’impegno solidale con le persone in difficoltà, con una capacità mai sopita di inventare nuove forme di aiuto, di vicinanza, di ricuciture pazienti e generose nelle comunità a rischio di deflagrazione. L’impegno generoso dei volontari non si improvvisa né si può lasciare al caso.
Ed eccoci al cuore, la tutela della salute e la sicurezza sono un diritto inalienabile, sono la vita delle persone.
Le persone anziane sono state decimate dal virus: chiediamo che si ponga mano velocemente e in concreto alla riforma di un welfare a misura delle persone più fragili; chiediamo che si sostenga una progettazione innovativa delle RSA, un’assistenza domiciliare sociosanitaria degna di questo nome, una legge nazionale che riconosca lo straordinario lavoro di cura dei caregiver familiari; chiediamo che la campagna vaccinale riprenda con celerità in ogni parte d’Italia e un accesso gratuito e sicuro al vaccino contro il Covid – 19 per tutti. E infine le chiediamo che venga tutelata l’unica fonte di sussistenza, talvolta poco degna, quella pensione frutto di anni di lavoro: non rivendichiamo nulla, saremmo anacronistici e non avremmo capito quanto sta accadendo oggi. Una premura, quella sì, per le pensioni troppo basse. E di valutare, per una migliore gestione finanziaria, la separazione fra assistenza e previdenza.
Presidente le auguriamo per davvero buon lavoro, per quello che potremo le saremo vicini, disponibili a collaborare laddove lei lo riterrà opportuno.