(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Un paradiso della natura, un inferno per gli uomini: è la sintesi che descrive la situazione del Congo, in guerra civile da più di 20 anni con il solo intento di controllare e accaparrare le immense ricchezze minerarie presenti nel sottosuolo: petrolio, gas naturale, coltan, cobalto, diamanti, rame, uranio… È questa la storia della Repubblica Democratica del Congo, una storia tribolata come le altre tragiche vicende in atto in questo immenso continente, la culla dell’umanità.
Luca Attanasio era una persona buona, affettuoso e sempre presente alla sua famiglia che l’ha accompagnato in Africa. Vittorio Iacovacci, a protezione dell’ambasciatore, era un giovane trentenne preparato e competente, carabiniere del 13^ reggimento Friuli Venezia Giulia, un’Unità da sempre in prima linea in operazioni all’estero e che aveva già pagato un tributo di sangue a Nassirya e in Afghanistan. Vittorio doveva sposarsi a giugno. Musthafa Milambo sposato con 4 bambini, l’autista che accompagnava la delegazione italiana. La cronaca che già conoscete, in poche righe: il convoglio delle Nazioni Unite portava aiuti all’interno del Programma alimentare, l’imboscata durante il transito su una strada a nord della città di Goma, capoluogo della provincia orientale congolese del Nord Kivu, ha portato alla morte di Luca, Vittorio e Musthafa.
La storia di Luca è una storia esemplare simile a quella di tanti nostri giovani, una vita impegnata nel volontariato e attenta agli ultimi, laurea con il massimo dei voti , una esperienza aziendale con diversi incarichi, e poi la scelta di intraprendere la carriera diplomatica, prima a Berna, poi console generale reggente a Casablanca, per giungere infine a Kinshasa .
L’Africa era la sua missione, il suo Continente, assieme a sua moglie Zakia Seddiki conosciuta nella sua tappa a Casablanca che sposerà con rito cattolico a Limbiate e poi con quello musulmano in Marocco, con la quale condivideva la vita di diplomatico a tutto campo, anche l’animazione della Ong “Mama Sofia” gestita da Zakia dedita al sostegno di bambini e donne a Kinshasa.
“Quella dell’ambasciatore è una missione, a volte anche pericolosa, ma abbiamo il dovere di dare l’esempio… In Congo parole come pace, salute, istruzione, sono un privilegio per pochissimi, e oggi la Repubblica Democratica del Congo è assetata di pace, dopo tre guerre durate un ventennio”. Erano le parole che Luca rilasciò a Camerota (Salerno) il 12 ottobre scorso, in occasione del ricevimento del premio internazionale “Nassiriya per la pace”.
Come possiamo onorare la memoria di Luca e Vittorio? Educando i nostri giovani: alla bellezza di un impegno civile che si fa vita; a guardare sempre oltre, a non rinchiudersi in pensieri recintati, angusti e gretti; a vivere una cittadinanza aperta al mondo e di sostegno delle migliaia di italiani impegnati sul fronte della solidarietà e dell’impegno civile all’estero. Sono tanti, rendono testimonianza e fanno onore ai valori che animano la nostra Patria. Non dimentichiamoli.
Concludo riprendendo la chiusa di un articolo che Franco Bechis ha dedicato a Luca Attanasio.“Siamo nelle mani di Dio, e a lui torniamo”, scriveva pochi giorni fa Zakia nel quinto anniversario della morte di suo padre, “ che Dio abbia misericordia di te, che Dio faccia che il paradiso sia con te”.
Così sia per Luca, Vittorio e Mustafa.