(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA)
Questi pensieri giungeranno nella settimana nella quale molti di noi passeranno alcuni giorni di riposo in famiglia. I mesi che ci siamo lasciati dietro li ricorderemo per tanti anni, un virus che ha ucciso migliaia e migliaia di persone, il dolore di tanti, il tempo del lockdown, il distanziamento fisico, la solidarietà verso i più soli, la gran parte delle attività produttive sospese. Siamo stati un modello per l’intero pianeta, abbiamo appuntato nella memoria collettiva le nostre fragilità già note e che la pandemia ha riproposto con brutalità, mostrandocele senza possibilità alcuna di passare oltre. Ma abbiamo retto, hanno tenuto le nostre istituzioni, il governo ha gestito – talvolta con fatica- una crisi mai vista in tempi recenti. La società civile si è mostrata più fraterna, meno rabbiosa, con più senso civico e più che mai propensa al rispetto delle norme. Per usare un termine che ho commentato nelle nostre newsletter, siamo stati resilienti, abbiamo affrontato i momenti difficili senza che il cuore e i pensieri fossero conquistati dalla rassegnazione, dalla cattiva tristezza, dall’accidia.
Non mi avventuro a fare previsioni, ma ritengo che i mesi che ci attendono non saranno semplici, soprattutto sul fronte del lavoro. La minaccia di una disoccupazione diffusa non può che inquietarci: dovremo abilitare tutti gli strumenti che il Paese ha a disposizione, sperabilmente non solo di assistenza (pure importanti, ci mancherebbe) ma progetti seri di riforme e investimento. Le risorse ingenti che l’Unione europea metterà a disposizione non vanno sprecate in mille rivoli, in provvedimenti parziali o a corto respiro, sarebbe un disastro soprattutto per le giovani generazioni e per quelle future che si troveranno gravate di un debito pubblico già oggi spaventoso, quasi il 160% per cento del Pil. Occorrono un investimento forte sulla qualità della istruzione oggi tra le più basse in OCSE, una formazione professionale adeguata alle richieste di competenze che provengono dalle aziende, centri per l’impiego più efficienti (oggi marginali rispetto all’incontro tra domanda e offerta), sostegno fiscale al welfare aziendale, nuovi modelli di lavoro ( lavoro agile ma non solo…), contrasto al lavoro indegno e premi alle imprese che assumono a tempo indeterminato, valorizzazione dei lavoratori senior e iniziative per favorire un invecchiamento attivo. Sono solo alcuni dei possibili punti di una agenda che potremmo scrivere insieme e presentare come ANLA, in autunno, alla politica, alle istituzioni, alle altre associazioni.
Per intanto buon Ferragosto, buona Assunta: sia un tempo di riposo e di serenità per tutti voi. Con lo zaino lì a fianco, vicino all’uscio, pronti a ripartire, con spirito di ascolto e di discernimento – una brezza leggera…- stupendamente evocato nella lettura biblica tratta dal Primo Libro dei Re :
“In quei giorni Elia essendo giunto al monte di Dio, l’Oreb, entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: esci e fermati sul monte alla presenza del Signore. Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna.”