Il presidente nazionale Edoardo Patriarca: “Nella Festa del Lavoro abbiamo sempre ricordato i neo insigniti della Stella al Merito del Lavoro al cui accertamento dei titoli di benemerenza concorriamo per legge anche noi di ANLA: anche quest’anno li festeggeremo. Oggi nel dire grazie a tutti coloro che in questi giorni non si sono mai fermati perché la nostra Italia continuasse anche in epoca di lockdown, voglio ricordare e ringraziare tutti quei lavoratori del mondo della Sanità, a cui molti di noi devono la vita, e che stanno lottando per fermare la pandemia”.
Quest’anno il nostro Paese celebra la Festa del Lavoro con maggior attenzione perché il lavoro dà dignità, definisce la persona umana all’interno della società ma soprattutto dà di che vivere e, nell’ambito dell’attuale pandemia, un’inaspettata crisi economica sta minando la nostra stabilità. Il presidente nazionale di ANLA Edoardo Patriarca interviene sul tema del lavoro sottolineando che non basta più limitarsi a ricordare il mandato costituzionale di una Repubblica che si vuole fondata sul lavoro, o a citare i testi della dottrina sociale della Chiesa: occorre metterli in pratica, oggi più che mai. Ricordando che ogni anno il presidente nazionale di ANLA interviene alla Festa del Lavoro al Quirinale, il presidente Patriarca sottolinea alcuni concetti che l’isolamento forzato della pandemia ha suggerito: “Il primo pensiero che avremmo detto al Presidente della Repubblica è che abbiamo bisogno di tornare a lavorare. Non è solo una questione economica, perché senza lavoro non vi è vita sociale: non si può vivere senza fare niente o immaginare la vita come una lunga vacanza sempre che sia sostenibile economicamente. Questo vale anche per i lavoratori meritatamente in pensione: hanno bisogno di essere cittadini attivi e impegnati, hanno bisogno, in sicurezza, della famiglia a cui dare una mano, le famiglie hanno bisogno di loro”. Il presidente Patriarca sottolinea l’urgente necessità di legalità: “Abbiamo finalmente tutti capito che il lavoro nero, sommerso, irregolare è inammissibile per un sistema economico che voglia costruire più comunità e più amicizia. Di fronte alle difficoltà questi lavoratori sono indispensabili: lo sanno le famiglie, i settori dell’agricoltura, dei servizi. Non sappiamo come intercettarli, sono invisibili e neppure riusciamo ad aiutarli. La ripartenza nel mercato del lavoro dovrà essere vera e giusta, basta con le baraccopoli, i caporalati, le intermediazioni delle mafie”. Altro tema di riflessione del presidente Patriarca è la relazione clientelare: “Abbiamo capito che il sussidio, il bonus, sono a volte utili ma solo il lavoro che dà futuro se retribuito in maniera onesta e giusta può salvare le persone. I nostri giovani non vogliono sussidi, vogliono lavorare! I nostri giovani non vogliono emigrare né tanto meno appartenere alla categoria dei working poor”. Il presidente Patriarca guarda anche al mondo delle imprese dove ribadisce che welfare sociale e aziendale devono essere integrati: “Abbiamo compreso che non esiste solo una organizzazione aziendale sul modello fordista, o una scala gerarchica rigida, o orari fissi e indiscutibili, ma che si può lavorare diversamente, in smart working e non solo, con orari più flessibili, più attenti ai tempi delle famiglie. La cooperazione e la condivisione in azienda sono strategiche per conquistare produttività e più qualità nella produzione di beni e servizi. Abbiamo riscoperto il ruolo originario, fondativo, delle imprese: esse non sono unicamente fonte di profitto ma sono presenze significative nei territori, soggetti anche “politici” nel senso di costruttori di comunità e bene comune. Abbiamo riscoperto la concertazione, che non è mercimonio di basso profilo o scambio utilitaristico di interessi, ma è trovare una via condivisa con ruoli definiti. L’innovazione tecnologica, le reti digitali, la sostenibilità ambientale, il welfare aziendale, la presenza sui territori non rubano lavoro ma lo rendono al contrario più umano e dunque più produttivo”. Il presidente Patriarca conclude le sue considerazioni con un auspicio: “Nella Festa del Lavoro abbiamo sempre ricordato i neo insigniti della Stella al Merito del Lavoro al cui accertamento dei titoli di benemerenza concorriamo per legge anche noi di ANLA: anche quest’anno li festeggeremo. Oggi nel dire grazie a tutti coloro che in questi giorni non si sono mai fermati perché la nostra Italia continuasse anche in epoca di lockdown, voglio ricordare e ringraziare tutti quei lavoratori del mondo della Sanità, a cui molti di noi devono la vita, e che stanno lottando per fermare la pandemia: buona Festa del Lavoro, con l’augurio cioè di un lavoro vero, giusto, sicuro per tutti”.