Oggi abbiamo diramato il seguente comunicato stampa:
“Le recenti dichiarazioni del ministro del Lavoro Orlando in tema di RSA e di inclusione sociale ci inducono a pensare che finalmente si voglia mettere mano concretamente a questo delicato settore, così duramente colpito dalla pandemia” commenta il presidente nazionale di ANLA Edoardo Patriarca in merito all’ audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Andrea Orlando, sulle linee programmatiche del suo dicastero effettuata davanti alle Commissioni riunite Lavoro e Affari sociali della Camera. “Non dobbiamo generalizzare perché a fronte di situazioni irregolari nelle RSA che la pandemia ha portato alla luce nei mesi scorsi ci sono tante strutture che hanno sempre operato e tuttora operano nel pieno rispetto delle regole, nella massima dedizione agli ospiti, con grande abnegazione e sacrificio degli operatori specializzati. Tuttavia è il modello a dover essere ripensato perché queste strutture cessino di essere “centri di declino” e tornino ad essere “centri di vita” che consentano alla persona anziana o non autosufficiente di recuperare il gusto alla vita, alla socialità, alla condivisione. Il ministro ha parlato di reti di appartamenti autonomi, anche non adiacenti, che possano essere monitorati anche da remoto attraverso l’uso della tecnologia. Tutto ciò va nella direzione da noi auspicata della permanenza della persona anziana sul territorio dove è sempre vissuta, ma secondo noi non basta. Come ANLA sosteniamo la famiglia perché è il primo centro di aggregazione sociale e mattone della comunità, quindi va benissimo far sì che l’anziano possa rimanere nei luoghi in cui è vissuto ma non basta creare una rete tecnologica, occorre far sì che la rete sociale, di condivisione, di relazioni umane possa continuare ad esistere e questo può accadere solo in famiglia o in una comunità che sappia farsi carico dei più deboli con un tessuto di relazioni amicali. Va benissimo la rete tecnologica di supporto ma accompagniamola con un tessuto di relazioni umane, con politiche volte a favorire la famiglia e le nuove nascite, dove le persone anziane possano anche trovare una nuova dimensione di nonne e nonni. Perché è la solitudine il male con cui spesso l’anziano si trova a dover combattere”.