(di Edoardo Patriarca, presidente nazionale ANLA) Martedì scorso la Fondazione Sodalitas, emanazione di Assolombarda, ha presentato la terza edizione della ricerca “Volontariato di impresa: la partecipazione attiva dei dipendenti”, pensata per mappare e raccontate i programmi di Volontariato di una ventina di aziende impegnate a sostenere progetti sociali sui territori. L’inserto” Buone Notizie” del Corriere della Sera ne ha dato un’ampia anticipazione.
Il quadro che ne risulta apre una prospettiva di grande interesse per i gruppi aziendali della nostra associazione. Esperienze che ancora non si possono dire diffuse ad ampio raggio, ciò nonostante coloro che vi hanno partecipato la considerino un’opportunità di crescita personale e del gruppo di lavoro a cui appartengono. Questa indagine si è dedicata in particolari ai dipendenti di diciassette imprese: Coca-Cola Italia, Enel, Eni, Falck, Italgas, Poste italiane, Snam….per citarne alcune. Sono 2831 i dipendenti interpellati, di questi una metà circa hanno dichiarato di aver avuto esperienze di volontariato. Ecco alcuni risultati più in dettaglio: il 52% afferma di aver partecipato 1 sola volta, il 17% solo 2 volte, quote minori 4- 5 volte, mentre una quota del 9% dichiara di aver fatto volontariato più di 6 volte. Nello specifico si tratta di persone già particolarmente orientate al volontariato con esperienze pregresse e continuative. Quali sono le attività svolte dai lavoratori volontari? In gran parte attività pratiche come la preparazione di pacchi, raccolta di prodotti e servizio pasti, attività di formazione e consulenza. Gli enti con cui i volontari dipendenti hanno collaborato si occupano in prevalenza di ambiente, famiglie in difficoltà, poveri, persone disabili…
Perché le aziende favoriscono queste esperienze? Dalla indagine emergono due motivazioni: una verso l’esterno rivolta al miglioramento della reputazione aziendale, alla costruzione di migliori relazioni con le comunità locali e la creazione di valore sociale. La seconda interna, volta a rafforzare lo spirito di squadra, a sviluppare il senso di responsabilità sociale e creare una sintonia valoriale con l’azienda, e una condivisione di esperienze con i colleghi che va oltre l’attività lavorativa cosicché anche in azienda si possa vivere uno spirito di amicizia. Quali sono le frontiere da percorrere e da esplorare nel rapporto tra impresa, lavoratori e Terzo Settore?
La riforma del Terzo Settore ha rilanciato la coprogettazione e co-programmazione con gli enti locali. Perché non applicare le medesime modalità nel rapporto con imprese e lavoratori? Dall’indagine si evince che molti vorrebbero approfondire il progetto a cui partecipano seppur non con continuità, incontrare i beneficiari, capire l’impatto sociale che genera, sapere tutto dell’associazione. Ci pare una frontiera da percorrere. Concludo con la dichiarazione di Enrico Falk presidente di Fondazione Sodalitas: ”Il Volontariato d’Impresa è evoluto in pochi anni da semplice ‘nice to have’ a elemento portante dell’impegno aziendale per la generazione di valore sociale. Crediamo che oggi i tempi siano maturi per un ulteriore e importante salto di qualità. Il Volontariato d’Impresa può assumere infatti un ruolo centrale nel contribuire ad attuare compiutamente il modello della cosiddetta ‘Stakeholder Economy’. Sempre più imprese considerano l’attenzione alla comunità non più una questione di filantropia e generico impegno sociale, ma un elemento fondamentale della propria strategia di sviluppo e far crescere il Volontariato d’Impresa rappresenta un tassello importante di questa sfida”.