(di Annalisa Gatti) Ci siamo trovati al Centro Mariapoli Internazionale di Castel Gandolfo dal venerdi 25 settembre alla domenica 27 con tutti gli amici, colleghi e simpatizzanti di Anla per partecipare alla Summer School Anla 2020. Per “formarci - come ha ribadito più volte il nostro Presidente Edoardo Patriarca, - per capire il tempo che viviamo, per mettere a frutto la nostra esperienza di vita, le nostre competenze ancora importanti per pensare al futuro delle nuove generazioni.”
“Anni ’20: da sopravvissuti a protagonisti” questo il titolo che ha accompagnato queste nostre giornate. Tanti sono stati gli ospiti e molto interessanti tutte le relazioni e gli interventi.
Maria Rita Parsi psicologa, psicoterapeuta, docente, saggista e scrittrice italiana è conosciuta da tutti noi soprattutto perché è entrata nelle nostre case grazie a programmi televisivi di informazione, di approfondimenti culturali, di attualità, inchieste… dove, sempre sorridente ma soprattutto competente ha dato consigli, suggerimenti, opinioni a un vastissimo pubblico che la ha sempre ascoltata e apprezzata. Ha pubblicato oltre 100 libri, divulgativi, scientifici, letterari, è componente dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, membro del Comitato ONU sui diritti del fanciullo, presidente della Fondazione Movimento Bambino Onlus, aggiungo ancora che ha preso numerosi premi per la sua brillante carriera e il suo grande impegno civile. Quanta vita, quanto impegno!
Ha accettato l’invito dell’Associazione e siamo stati davvero felici di averla ascoltata sabato pomeriggio come ospite – relatrice – alla Summer School.
“Gli anziani e i bambini oltre la pandemia” questo il tema sulla quale la professoressa ci ha fatto riflettere. La prima cosa che ha detto è stata questa: “Ho 73 anni, mi considero una vecchia adolescente, gli acciacchi fisici li sento ma per il resto sento di avere una serie di esigenze, di voglia del futuro e penso che il contributo che posso dare è proprio dire quale è la condizione di una persona come me, a cui la vita è passata in un battibaleno”.
Una cosa è certa, la vita passa in un battibaleno, tutti noi ne siamo consapevoli, ci voltiamo indietro, magari con una fotografia sbiadita in mano e ci rendiamo conto con stupore e meraviglia che quel tempo è passato, restano i ricordi, a volte anche incerti perché magari andavamo di fretta. Una vita correndo, tra impegni belli e brutti, momenti che avresti voluto fermare, altri che pesavano e non passavano mai. Il tempo passa inesorabile e il desiderio più grande che, anche inconsciamente abbiamo, è quello di lasciare una traccia di noi.
L’articolo integrale sarà pubblicato sul prossimo numero di Esperienza